Con Sam'sk Le Jah, Yiyé Constant Bazié, Assanata Ouedraogo, Dieudonné Tagnan.
Titolo originale . Documentario (colore). Durata 106 min. Italia, Burkina Faso 2022 ()
Il 27 ottobre del 2014 il regista Christian Carmosino Mereu si trova a Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, per realizzare un documentario. Suo malgrado si ritrova, con la camera accesa, nel bel mezzo dello scoppio delle proteste di piazza, alle quali l’esercito risponde con il fuoco. È la sua stessa voce a commentare tutto il film e scandirne le tappe. La causa dei tumulti sta nel fatto che il presidente Blaise Compaoré, già al potere da ventisette anni, ha indetto un referendum che gli permetta la modifica di un articolo costituzionale. Un escamotage per presentarsi alle successive elezioni e ottenere un mandato ulteriore di altri quindici anni.
La popolazione reagisce con decisione a quel gesto di tirannia e per i quattro giorni successivi, anche per evitare il sequestro del girato, il regista non rientra alla base ma resta a seguire gli sviluppi. Filmando nelle strade, nota come molti rimpiangano il presidente precedente, Thomas Sankara, che si sospetta Compaoré abbia fatto assassinare nel 1987 per salire al potere. Ufficiale dell’esercito, una volta nominato, è stato Sankara a cambiare il nome della nazione da Alto Volta a Burkina Faso, che significa “il Paese delle persone integre”, a indicare un programma improntato a maggior giustizia sociale e competenza ai vertici. E ha lasciato in eredità un partito che lo realizzi.