Con Audrey Tautou, Ange Dargent, Théophile Baquet, Diane Besnier, Sacha Bourdo, Laurent Poitrenaux, Vincent Lamoureux, Fabio Zenoni, Étienne Charry, Matthias Fortune Droulers.
Titolo originale Microbe et Gasoil. Commedia (colore). Durata 103 min. Francia 2015 (Movies Inspired)
Microbo, come lo chiamano tutti, ha 14 anni, il talento per il disegno e una passione per una compagna di classe. Esile e introverso, la sua sensibilità spiccata gli aliena i compagni, bulli e gradassi e sempre in cerca di guai. L’ingresso in classe di Gasolina, adolescente forbito che miscela fantasia e idrocarburi, cambia la sua vita e il suo modo di guardare il mondo.
Incoraggiato dall’inesauribile immaginazione di Gasolina, Microbo scopre un coraggio che non aveva mai sospettato, esponendo i suoi disegni in una galleria d’arte, confessando a Laura il suo sentimento e abbandonando la provincia per l’avventura. Perché Microbo e Gasolina costruiranno una casa su ruote e lasceranno Versailles.
Il tempo di un’estate, il tempo per crescere.
Road-movie artigianale leggero e arioso, Microbo et Gasolina ritrova Michel Gondry e la sua grazia infantile, affogata sotto la schiuma dei giorni e i suoi gadgets visuali. Racconto di formazione lungo un’estate Microbo et Gasolina abita a Versailles ed è agito da una coppia di attori, Ange Dargent e Théophile Baquet, che rendono meravigliosamente giustizia alle intenzioni di Gondry.
L’autore francese pesca nella sua biografia, la ripara e la ri-arrangia come un motore, per raccontare l’avventura di due adolescenti attraverso la Francia e lungo strade secondarie che conducono alla maturità. Il percorso, che procede alla velocità del loro motore a scoppio e dentro una casa-automobile assemblata nel cortile di Gasolina, esibisce letteralmente il meccanismo della costruzione di sé. Costruzione analogica che bandisce lo smartphone e lo seppellisce con l’immaginazione e la materia fecale.
Microbo e Gasolina è una commedia desueta, una boccata d’aria fresca che rinnova la simpatia del regista per quell’età in cui si inventa e ci si inventa con mezzi di fortuna. Figli di madri depresse e lunari (Microbo) o ingombrati e accidiose (Gasolina), i giovani protagonisti impiegano la propria creatività e la propria arte per fuggire le famiglie e la provincia che gli ha affibbiato soprannomi arbitrari. Assegnazioni a cui Daniel e Théo resistono dentro un film che è un manifesto gioioso sulla libertà di essere se stessi e in accordo coi propri sogni e i propri desideri. Già centrale in The We & the I, la questione della rappresentazione di sé e del potere coercitivo dello sguardo dell’altro è cruciale in Microbo e Gasolina. La coppia protagonista non ha scelto gli appellativi del titolo, che fuori dai cancelli della scuola perdono la loro legittimità, perché Daniel e Théo non sono ‘minuscoli’ e nemmeno ‘sporchi’.
Storia di elezione mutuale, Microbo e Gasolina rammenta che siamo il prodotto dell’eredità dei nostri incontri e delle esperienze che abbiamo fatto. Il film, in linea con la tradizione del buddy-movie anni Ottanta (Stand by Me – Ricordo di un’estate, E.T. – L’extra-terrestre), rende omaggio a quel cinema e a quell’amico, che forse anche noi come Daniel abbiamo perso di vista ma senza il quale oggi non saremmo quello che siamo. Microbo e Gasolina è ancora un’educazione sentimentale (Théo sente i sentimenti di Daniel), un viaggio emozionante e coinvolgente ma anche faticoso e doloroso perché parte dall’avvertimento di una duplice solitudine e si conclude con una separazione.Microbo e Gasolina è l’incontro e la congiunzione (et) di due alterità, di due figure marginalizzate, oppositori prima che vittime del mondo adulto, troppo distratto, o di quello ‘coetaneo’, troppo prepotente. Non c’è dubbio allora che il ricordo di Théo farà di quell’estate sur la route i ‘migliori anni’ della vita di Daniel.
Con Microbo e Gasolina il cinema di Gondry recupera la forma, una forma di leggerezza più pop che punk, a cui l’autore fa il verso attraverso il fratello maggiore di Daniel. Parentesi regressiva e peripezia iniziatica, Microbo e Gasolina è forse uno dei film più personali di Michel Gondry che celebra ancora una volta il potere dell’immaginazione e l’imperiosa urgenza di dare corpo ai propri sogni. Quelli sognati ad occhi aperti e quelli scovati al cinema che come in Be Kind Rewind riavvolge e rigira l’immaginario cinematografico dell’autore, analogico, fisico e performativo (costitutivo e mai descrittivo) e in grado di riprodurre interamente gli ambienti, di deformare gli oggetti e di ricollocarli funzionalmente nello spazio. Contro un mondo che diventa sempre più tecnologico, questa volta Gondry schiera due adolescenti ‘riadattatori’, nel modo di Jack Black, di oggetti che appartengono alla pratica quotidiana ma che il bricolage e l’ingegno malinconico trasformano in poesia