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ANNA FRANK E IL DIARIO SEGRETO

di Ari Folman

Con Emily Carey, Ruby Stokes, Sebastian Croft.

Titolo originale . Animazione, Storico (colore). Durata 99 min. Belgio, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Israele 2021 (Lucky Red)

ANNA FRANK E IL DIARIO SEGRETO

Amsterdam, a un anno da oggi. Nel museo dedicato ad Anna Frank un temporale infrange la teca nella quale è custodito il diario della ragazzina ebrea morta in un campo di concentramento dopo aver vissuto per oltre due anni nascosta con la sua famiglia nell’attico segreto di una palazzina della città olandese.

Dalle pagine del diario “liberato” si materializza Kitty, l’amica immaginaria con cui Anna conversava in quel testo quasi epistolare. Kitty vede i visitatori del museo, fra cui un ladruncolo di nome Peter, ma loro non vedono lei: perché la ragazza diventa visibile solo fuori dalla casa-museo di Anne, e solo se ha con sé il diario della sua amica perduta.

Da quel momento Kitty andrà in cerca di Anne, di cui non conosce il destino, aiutata da Peter, e a sua volta aiuterà Ava, una bambina immigrata che sta per essere cacciata dalla “polizia non tedesca” dalla casa occupata di Amsterdam dove si è rifugiata insieme alla sua famiglia.

Il regista e sceneggiatore israeliano Ari Folman ripercorre la vicenda di Anna Frank attraverso continui salti fra il passato che Anna ha narrato nel suo celebre diario e il presente in cui Kitty si muove come un’investigatrice.

Molte sono le domande ricorrenti: che cosa vuol dire essere ebreo? Qual è il messaggio lasciato da Anna, e quale rilevanza può (o dovrebbe) avere in una Amsterdam contemporanea dove la ragazzina ebrea è celebrata da un museo, una scuola, un ponte e un teatro, nonché una marea di libri e di performance cinematografiche e teatrali, ma dove i nazionalismi continuano e riemergere con forza e si accaniscono sulle nuove minoranze etniche?

Folman, i cui nonni sono stati deportati verso i campi di concentramento nella stessa settimana in cui Anne e la sua famiglia hanno compiuto quel tragico viaggio, cerca di ricostruire attraverso un’animazione fantasmagorica la tragedia dell’Olocausto, fatta di figure nere gigantesche portatrici impassibili di morte e di calanchi in cui si incuneano i treni dei deportati.

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