Con Elle Fanning, Dane DeHaan, Maddie Ziegler, Carly Rae Jepsen.
Titolo originale Ballerina. Animazione (colore). Durata 89 min. Francia, Canada 2016 (Videa - CDE)
Francia, alla vigilia dell’Esposizione Universale del 1889. La giovanissima Félicie sogna la danza classica, chiusa nell’orfanotrofio di provincia, in compagnia di un coetaneo aspirante inventore, Victor. Proprio insieme a lui riesce a fuggire alla volta di Parigi, dove dopo una serie di fortunate manovre accede alla scuola di danza dell’Opera. Sarà la sguattera Odette, la cui promettente carriera di ballerina fu stroncata da un incidente, ad aiutarla a imparare. Troverà in lei la forza e la motivazione per superare gli ostacoli?
A essere del tutto onesti, il primo impatto con Ballerina non è dei migliori, specialmente se si è appassionati di cinema d’animazione e si hanno gli occhi pieni della CGI ad alto budget targata Pixar, Disney e in misura minoreIllumination. Produzione francocanadese, Ballerina è stato realizzato con “appena” 30 milioni di dollari dallo studio L’Atelier Animation di Montreal, per la regia di Eric Summer ed Éric Warin: il primo veterano regista di telefilm francesi dal vero, il secondo ex-collaboratore a mano libera per Sylvain Chometin Appuntamento a Belleville. Quando i personaggi interagiscono e recitano, patiscono una certa incertezza nelle pose, cioè nelle espressioni chiave, in una sorta di moto perpetuo che ricorda un po’ i primi esperimenti della stessa Disney in ambito CGI, una dozzina d’anni fa. Bisogna però ammettere che il risultato, per il relativo basso costo e l’apparizione recente al cinema di prodotti animati secondari di scarso livello, si difende con dignità, specialmente quando il parlato lascia spazio alla riproduzione dei movimenti coreografici: sono eseguiti studiando con attenzione i coreografi che sono stati consulenti della produzione, e si vede.
Nonostante questa doverosa premessa, Ballerina funziona soprattutto perchéla sua identità aderisce a quella della protagonista: così come Félicie stenta a farsi riconoscere come un’artista col cuore al posto giusto, così il film nei primi momenti si è scontrato col nostro scetticisimo. La sceneggiatura dello stessoSummer, Carol Noble e Laurent Zeitoun costruisce così bene la sua struttura classica, usando con tale affetto i suoi stereotipi di sapore dickensiano, da vincere a poco a poco le nostre resistenze: in un’ora e mezza si concede i tempi giusti per accompagnarci nel tragitto interiore della ragazzina, con evidenti omaggi al cinema motivante in stile Rocky e Flashdance (abbiamo pensato molto anche a Karate Kid). Si fa il tifo non solo per Félicie, ma anche per l’amico e aspirante fidanzato Victor, nerd quel che basta a non lasciare a bocca del tutto asciutta i piccoli maschi al cinema: il film rimane molto rivolto alla femminucce, però, quindi i genitori interessati ne siano coscienti. In ogni caso, l’onestà del racconto e la sua resa emotiva sono un’ottima pubblicità per la danza classica: difficilmente le ragazzine e le bambine interessate rimarranno indifferenti all’entusiasmo contagioso dell’impresa di Félicie.