Con Mathieu Amalric, Marion Cotillard, Charlotte Gainsbourg, Louis Garrel, Alba Rohrwacher, Laszló Szábó, Hippolyte Girardot, Samir Guesmi, Jacques Nolot.
Titolo originale Les fantômes d'Ismaël. Drammatico (colore). Durata 110 min. Francia 2017 (Produzione: Why Not Productions Distribuzione: Europictures)
Ismaël Vuillard, regista febbrile, scrive di notte per ricacciare gli incubi. Legato sentimentalmente a Sylvia, ha perso Carlotta, la giovane consorte inghiottita vent’anni prima dal nulla. Da allora si prende cura di Henri Bloom, autore cinematografico, mentore e padre inconsolabile di Carlotta, che una mattina d’estate ritorna dall’aldilà. Fantasma tangibile, la sua morte non è mai stata accertata, rientra da una fuga ostinata e da un soggiorno in India dove si è risposata e dove è rimasta vedova. Di nuovo sola nel mondo, ripara nella sua vecchia vita e tra le braccia di Ismaël, sopraffatto dalle emozioni e dallo sconcerto. Il fantasma di Carlotta lo appressa e finisce per frangere i suoi sentimenti e la sua produzione artistica.
Ismaël Vuillard, regista febbrile, scrive di notte per ricacciare gli incubi. Legato sentimentalmente a Sylvia, astrofisica con la testa tra le stelle, ha perso Carlotta, la giovane consorte inghiottita vent’anni prima dal nulla. Da allora si prende cura di Henri Bloom, autore cinematografico, mentore e padre inconsolabile di Carlotta, che una mattina d’estate ritorna dall’aldilà. Fantasma tangibile, la sua morte non è mai stata accertata, rientra da una fuga ostinata e da un soggiorno in India, dove si è risposata e dove è rimasta vedova. Di nuovo sola nel mondo, ripara nella sua vecchia vita e tra le braccia di Ismaël, sopraffatto dalle emozioni e dallo sconcerto. Il fantasma di Carlotta lo appressa e finisce per frangere i suoi sentimenti e la sua produzione artistica.
Un film interrotto col suo ‘eroe’, diplomatico autodidatta che attraversa il mondo senza comprenderlo. I fantasmi di Arnaud Desplechin non vengono da un altro mondo e sono tutti congiunti: una moglie amata e sparita, un fratello inafferrabile e ramingo.
I fantasmi del titolo sono i testimoni temibili di uno stato precedente del mondo, hanno conosciuto i vivi nella loro versione più bella, più pura e adesso rivendicano il posto che hanno abbandonato. Commedia di spionaggio che si rovescia in feuilleton intimo che si rivela autoritratto galvanizzante (Roubaix ancora e sempre), I Fantasmi d’Ismael convoca una sorta di aldilà relazionale in cui fantasmi immutati riemergono un tourbillon di rimpianti e rimorsi.
Ma Carlotta e Ivan Dédalus non sono gli unici fantasmi di questo racconto fantastico che si gioca, nella prima parte, in una casa in riva al mare, a colpi di ellissi e flashback. In filigrana riemergono i maestri di Desplechin, Bergman, Truffaut, Hitchcock (Carlotta è il nome della donna del ritratto in Vertigo), eterni revenants che abitano un film saturo di segni, referenze e rispecchiamenti, in cui si confondono le frontiere tra le epoche, tra realtà e finzione, tra sogno e incubo.