Con Petri Poikolainen, Marjaana Maijala, Hannamaija Nikander, Matti Onnismaa.
Titolo originale . Commedia (colore). Durata 82 min. Finlandia 2021 ()
Il trentenne Jaakko è cieco e disabile e vive solo nel suo appartamento ancora pieno degli oggetti che risalgono al periodo in cui riusciva a vedere, in particolare centinaia di dvd. A fargli compagnia è la voce di Sirpa, una malata terminale conosciuta online alla quale telefona ogni giorno e della quale è innamorato, pur non avendola mai incontrata di persona. Sconvolto dal dolore di Sirpa dopo l’esito negativo di un esame, Jaako decide di andare immediatamente da lei, nonostante le sue condizioni. Ha “solamente” bisogno di cinque estranei che lo aiutino a raggiungere nel minor tempo possibile la sua amata.
Una commedia romantica; un melodramma giocato sul tema dell’impedimento amoroso; un thriller sulla sopravvivenza di un uomo solo e impotente: tre film in uno per un esperimento narrativo e visivo sulla condizione dell’handicap.
L’aspetto lodevole di Il cieco che non voleva vedere Titanic è il tentativo di risolvere visivamente il dilemma dei film sulla disabilità, di norma raccontati da un punto di vista “sicuro” che lascia allo spettatore la possibilità di immedesimarsi e al tempo stesso astrarsi dalla condizione incerta di personaggi mentalmente o fisicamente menomati. L’aspetto meno riuscito, purtroppo, è proprio la scelta estetica del regista finlandese Teemu Nikki, che volendo avvicinarsi all’esperienza del suo protagonista – malato di sclerosi multipla e condannato alla cecità totale dopo anni di progressiva perdita della vista – posiziona la macchina da presa a pochi centimetri dal volto dell’attore Petri Poikolainen (realmente affetto da sclerosi) e ne riprende le emozioni, dall’entusiasmo all’eccitazione, dallo sconforto alla rabbia, dalla paura al sollievo, con primissimi piani e soggettive sfocate e costantemente minacciate dall’irrompere del fuoricampo (persone, oggetti, suoni).