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Il professore e il pazzo

di Farhad Safinia

Con Mel Gibson, Sean Penn, Natalie Dormer, Jennifer Ehle, Jeremy Irvine, Ioan Gruffudd, Eddie Marsan, Aidan McArdle, Steve Coogan.

Titolo originale The Professor and the Madman. Biografico, Drammatico (colore). Durata 134 min. Irlanda 2019 (Eagle Pictures)

Il professore e il pazzo

Il professore e il pazzo

Dopo anni di stallo, nel 1879, la grande impresa di redazione dell’Oxford English Dictionary, trovò nuova linfa, e vide più tardi la luce della pubblicazione, grazie al lavoro infaticabile del professor James Murray e dei volontari di tutto il mondo a cui si era appellato, nella ricerca di individuare e spiegare ogni parola della lingua inglese. Tra questi, il più solerte e affidabile mittente di schede, era un uomo che si firmava W.C. Minor, che Murray scoprì risiedere nel temibile manicomio di Broadmoor.

Anni prima, infatti, vittima di una gravissima paranoia, Minor aveva ucciso per errore un passante, scambiandolo per il suo persecutore immaginario, e lasciando la moglie di lui vedova con sei figli da sfamare.
Il “professore”, James Murray, non aveva una laurea, era figlio di un sarto e autodidatta. Il “pazzo” era un uomo di cultura, medico chirurgo, traumatizzato dagli orrori della guerra e dal più accanito dei nemici: se stesso, il suo senso di colpa.
L’uno era scozzese, l’altro americano. Più simili, cioè, di quanto si potesse immaginare, accomunati dall’estraneità alla convenzione, e poi, dopo anni di scambio epistolare, legati tra loro, esattamente come sono legate tra loro le entrate di un dizionario.

Non a caso, i loro primi incontri, nel film, sono raccontati attraverso un dialogo singolare, un gioco di lemmi, che è sfoggio di passione e erudizione, e riesce, insieme alle scene quotidiane di lavoro nello scriptorium di Murray, nella sfida più intrepida, quella che dà carattere al film e al libro di partenza prima di lui: rendere appassionante il mestiere del lessicografo.

Anziché guardare solo al passato, così facendo, Il professore e il pazzo incarna un paradigma narrativo, uno di quelli che al cinema funzionano meglio di tutti: la devozione di un uomo ad un’impresa abissalmente più grande di lui, mai concepita prima, “pazza” furiosa come Minor (il linguaggio del film lo dice con le ripetute incursioni della carrozza del professore oltre le porte del manicomio), ma luminosa come un sogno.

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