Con Kad Merad, Samir Guesmi, Alfred Renely, Jean-Luc Vincent, Tatiana Rojo..
Titolo originale La mélodie. Drammatico (colore). Durata 102 min. Francia 2017 (Officine Ubu)
La mélodie:
Simon è un violinista che al momento non ha ingaggi e accetta di tenere un corso sullo strumento a una classe di allievi di scuola media inferiore che vivono in condizioni socio ambientali non facili. L’inizio non è semplice perché i ragazzi sono provocatori e sembrano interessati solo a creare disturbo. Progressivamente però il loro interesse si concretizza e del gruppo entra anche a far parte Arnold uno studente di origine centroafricana che non ha mai conosciuto suo padre e che è particolarmente dotato per lo strumento. L’obiettivo della classe è arrivare al concerto di fine d’anno della Filarmonica di Parigi. Gli ostacoli non mancheranno.
Rachid Hami è entrato in contatto con Démos che è “un dispositivo di educazione musicale ed orchestrale a vocazione sociale, un progetto di democratizzazione culturale che si indirizza a bambini provenienti da quartieri particolari delle città o da zone rurali insufficientemente dotate di istituzioni culturali”. Vanno quindi messe tra parentesi tutte le possibili obiezioni su ‘luoghi’ già visitati dal cinema.
Perché si può pensare a Les choristes – I ragazzi del coro e ritenere di essere di fronte a una rivisitazione aggiornata di quel soggetto. Non è così. Hami ci mette di fronte a un’esperienza che assomiglia a quella che Gustavo Dudamel ha portato avanti grazie all’iniziativa El Sistema in Venezuela (e che oggi Maduro sta iniziando ad affossare con il pretesto che il direttore d’orchestra ‘fa politica’).
Non siamo nel tormentato Paese dell’America Latina ma a Parigi. I giovanissimi allievi non sono campesinos ma della Ville Lumière conoscono la vista dei tetti che si può scorgere dalle terrazze all’ultimo piano dei casermoni di banlieu in cui crescono. Le dinamiche relazionali si nutrono di volgarità e di una superficialità apparentemente priva di luci in fondo al tunnel. Tutto questo non può che deprimere anche il docente e l’artista più motivato. Ma solo chi è deserto non vuole che qualcosa fiorisca in te, come canta Max Pezzali che, se fosse francese, potrebbe essere collocato dai ragazzini tra gli autori di musica ‘classica’ (ci mettono Cèline Dion).