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La tenerezza

di Gianni Amelio

Con Elio Germano, Giovanna Mezzogiorno, Micaela Ramazzotti, Greta Scacchi, Renato Carpentieri, Arturo Muselli, Giuseppe Zeno, Maria Nazionale.

Titolo originale La tenerezza. Drammatico (colore). Durata 103 min. Italia 2017 (01)

La tenerezza

Lorenzo è un anziano avvocato appena sopravvissuto ad un infarto. Vive da solo a Napoli in una bella casa del centro, da quando la moglie è morta e i due figli adulti, Elena e Saverio, si sono allontanati. O è stato lui ad allontanarli? Al suo rientro dall’ospedale, Lorenzo trova sulle scale davanti alla propria porta Michela, una giovane donna solare e sorridente che si è chiusa fuori casa, cui l’avvocato dà il modo di rientrare dal cortile sul retro che i due appartamenti condividono. Quella condivisione degli spazi è destinata a non finire: Michela e la sua famiglia – il marito Fabio, ingegnere del Nord Italia, e i figli Bianca e Davide – entreranno nella vita dell’avvocato con una velocità e una pervasività che sorprenderanno lui stesso. Ma un evento ancor più inaspettato rivoluzionerà quella nuova armonia, creando forse la possibilità per recuperarne una più antica.

Ispirato al romanzo “La tentazione di essere felici” di Lorenzo Maraone, il film di Gianni Amelio dichiara le sue intenzioni fin dal titolo: perché il regista va a stanare la tenerezza nascosta nelle stanze della casa oscura di Lorenzo (cui la fotografia di Luca Bigazzi regala ombre profonde e fragili chiaroscuri) e nelle pieghe del viso stanco e chiuso di quell’uomo che dichiara di non amare nessuno.

La tenerezza è un film peripatetico non solo perché deambula lungo corridoi, moli, navate di chiesa e tunnel d’aeroporto come se risalisse altrettanti cordoni ombelicali e si aggira per i vicoli di Napoli con l’irrequietezza sonnambula di Renato Caccioppoli in Morte di un matematico napoletano, ma soprattutto perché cammina intorno al dolore circoscrivendolo in cerchi sempre più stretti senza avere mai il coraggio di entrarci dentro, se non in maniera infantile e violenta.

Tutti i personaggi si parlano, attraverso dialoghi sublimi per delicatezza e intuizione (la sceneggiatura è di Amelio e di Alberto Taraglio), senza dire mai fino in fondo ciò che pensano, eppure ogni loro parola, ogni loro sguardo lascia intravvedere squarci di dolorosa verità, e fa trapelare quel desiderio di essere amati che è, appunto, voglia di tenerezza. Lorenzo parla solo con suo nipote Francesco perché “ai bambini si può dire tutto”, eppure a questi adulti da bambini non è mai stato detto nient’altro che ciò che dovevano diventare, e ciò che non avrebbero mai potuto essere.

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