Con Henriette Confurius, Sabin Tambrea, Manuel Rubey, Daniela Golpashin, Leo Altaras.
Titolo originale . Drammatico (colore). Durata 98 min. Germania, Austria 2024 (Wanted)
1923. In vacanza con la famiglia della sorella a Graal-Müritz, sul Mar Baltico, Franz Kakfa conosce Dora Diamant, aspirante ballerina tedesca di famiglia ebrea ortodossa, volontaria in una colonia di bambini. Colpito dalla vitalità di Dora, Kafka, all’epoca quarantenne e già malato di tubercolosi, contro il parere della famiglia si trasferisce a Berlino e passerà con la donna che di cui si è innamorato l’ultimo anno di vita, riscoprendo le radici ebraiche e lavorando a un nuovo racconto. L’aggravarsi delle condizioni di salute lo costringeranno a farsi ricovera in un sanatorio in Austria, dove morirà accudito da Dora.
La bellezza dei due interpreti protagonisti, Sabin Tambrea e Henriette Confurius, non rende molto onore alla veridicità della vicenda ma la trasporta su un piano ideale e astratto: «La gloria della vita», del resto, è il titolo originale del film.
Il titolo italiano, invece, sottolinea il punto di vista di Kafka sull’amore, come se nella sua opera o nella sua biografia fosse presente una poetica del sentimento amoroso, laddove invece, in quello che scrisse tra racconti, lettere e pagine di diario, c’era soprattutto desiderio sessuale misto a terrore del piacere e disgusto per le proprie condizioni fisiche. Gli autori del film, Judith Kaufmann e Georg Maas, che hanno adattato un romanzo di Michael Kumpfmüller, accreditano però ciò che recenti biografi di Kafka hanno scritto a proposito della sua relazione con Dora Diamant, e cioè che per entrambi fu vero amore, più intenso di altre e più celebri relazioni dello scrittore ceco, come quella con Felice Bauer.