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Lontano lontano

di Gianni Di Gregorio

Con Ennio Fantastichini, Giorgio Colangeli, Gianni Di Gregorio, Daphne Scoccia, Francesca Ventura, Silvia Gallerano, Iris Peynado, Salih Saadin Khalid, Galatea Ranzi, Roberto Herlitzka.

Titolo originale Lontano lontano. Commedia (colore). Durata 90 min. Italia 2019 (Bibi Film, Rai Cinema - Distribuzione: Parthenos)

Lontano lontano

Prevendita disponibile su: https://www.bigliettoveloce.it/index.php?r=frontend%2Fsite%2Fsala&id=810

Per cambiare vita non si è mai troppo vecchi. Questo almeno sperano Attilio, Giorgetto e il Professore, tre romani sulla settantina, variamente disastrati, che un giorno decidono di mollare la vecchia vita di quartiere e andare a vivere all’estero. All’estero dove? È solo la prima di una lunga serie di questioni da risolvere, ma il Professore, in pensione dopo una vita a insegnare il latino, si annoia moltissimo, Giorgetto, ultima scheggia del popolo di Roma, non riesce ad arrivare a fine mese, e Attilio, robivecchi e fricchettone, vorrebbe rivivere le emozioni dei tanti viaggi fatti in gioventù. Sono tutti decisi a cambiare vita e ci riusciranno, anche se forse non nel modo che si aspettavano.

UN CINEMA DI QUARTIERE ANCORATO AI SAMPIETRINI DELLA REALTÀ E ALLA MODESTIA SEMPRE BENVENUTA DEL SUO REGISTA.

Recensione di Marzia Gandolfi

Giorgetto e il professore sono amici da sempre. Tra un bicchiere di vino (bianco) e una passeggiata a Trastevere discutono della pensione che non basta mai e che probabilmente dovrebbero spendere altrove, in un paese straniero in cui la vita costi meno e il ritiro sia più dolce. A loro si aggiunge Attilio che una pensione non ce l’ha ma sopravvive restaurando mobili fuori porta. Dopo aver consultato un ‘esperto’ di pensioni statali all’estero, optano per le Azzorre. Stabilita una cassa comune e presa la prima lezione di portoghese, si preparano scrupolosamente per la partenza ma una variabile maggiore si impone e i nostri non andranno oltre Porta Settimiana.

Quarta volta per Gianni Di Gregorio che riprende il filo del suo cinema di quartiere con una modestia sempre benvenuta.

Niente effetti speciali o scenari ricostruiti ma una storia inscritta nel suo habitat naturale: Trastevere e i suoi caffè, luoghi preferiti dell’ozio romano e viavai di saluti, proposte, offerte, idee, progetti. E la romanità è da sempre l’ingrediente segreto aggiunto all’intrigo principale. A questo giro di vicoli, il soggetto è la ‘favolosa pensione’ degli italiani all’estero, tra vantaggi fiscali e sole abbagliante.

Ma più dei film precedenti, Lontano Lontano coglie l’essenza della romanità, della sua espressività linguistica che impasta le immagini. Immagini che compongono insieme un vero e proprio saggio di antropologia urbana (trasteverina). Perché Trastevere è un’isola all’interno della città, è una culla della tradizione popolare romana di cui Di Gregorio intercetta i cambiamenti avvenuti nel corso degli anni, stemperandoli in una bonaria e calorosa mimesi del parlato. Una scelta stilistica che è anche chiave interpretativa per proporre una delle possibili letture sociali del tessuto trasteverino, così stratificato, variegato e ricco.

Letteralmente costellato di ‘voci’, Lontano Lontano ne schiera tre, Ennio Fantastichini, Giorgio Colangeli e naturalmente Gianni Di Gregorio lui même, producendo un coro che moltiplica i punti di vista e riferisce dall’interno cosa significhi oggi abitare nel ‘rione’ Italia. Mentre il film costruisce il ‘senso del luogo’, regista e compagni progettano la maniera di ‘disattivarlo’, emigrando.

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