QUANDO C’ERA PIPPO

QUANDO C’ERA PIPPO

 

con Daniele Aureli, Greta Oldoni e Amedeo Carlo Capitanelli
drammaturgia: Daniele Aureli e Massimiliano Burini
scene, audio e luci: Matteo Svolacchia
assistente alla regia e al lavoro: Massimiliano Burini
regia: Daniele Aureli, Matteo Svolacchia

/ spettacolo finalista Premio Scenario infanzia 2012
tratto dal diario di Giulia Re, partigiana e staffetta /

“Il 10 Giugno del 1940 fu dichiarata la guerra.
Ero nel cortile di casa mia a Milano,
a ridere e giocare
spensierata e ignara
di quello che la guerra portava.
E i mesi che seguirono furono per me tempi di paura,
e da ragazzina che ero divenni grande
e consapevole di quello che stava accadendo.
Il tempo dei giochi era finito.”
Giulia Re – staffetta e partigiana

Quando c’era Pippo narra la vita di due giovani ragazzi nel periodo
che va dal 1940 al 1945. La guerra c’è ma non si vede, incombe
silenziosa nella vita quotidiana a interrompere la loro libertà.
Il nostro progetto parte proprio dal senso di memoria che i nostri
nonni ci hanno tramandato. Dentro questi ricordi abbiamo trovato i
valori che due giovani ragazzi dell’epoca sentivano fortemente:
libertà, valore della vita, ironia, rapporti umani, volontà di credere
insieme in un futuro migliore, povertà e dignità. Da tutto questo
siamo rimasti colpiti, colpiti a fondo, nella pancia, abbiamo posto
l’attenzione sulle nostre vite, comode, rapide, così piene di una
libertà che non sappiamo gestire; così come non sappiamo più
scegliere, perché abbiamo tutto o tutto è possibile. La funzione di
questo spettacolo è mettere in parallelo la giovinezza rubata di
allora con quella di oggi, le analogie e le differenze di due
generazioni tanto lontane ma allo stesso tempo così vicine per bisogni
e necessità. Qualcosa di importante per il nostro futuro che è ancora
anagraficamente giovane e che ha bisogno non solo di conoscere la
storia di una guerra, ma anche la storia di due persone che l’hanno
vissuta. Due persone che hanno combattuto, senza armi, per conquistare
e difendere qualcosa in cui credevano. Due persone, come tante altre
rimaste anonime, che ormai nonni, hanno un unico modo per far
sopravvivere un periodo che ha cambiato le nostre vite: raccontare. Il
nostro compito ora è prolungare l’eco di un tempo in cui era difficile
sognare, in cui era difficile essere felici, in cui era reato anche
ascoltare la radio, eppure, c’era chi lo faceva lo stesso. Una guerra
mondiale, rinchiusa dentro una piccola stanza. Nel periodo più
difficile e triste della storia, c’è stato qualcuno che ha provato a
vivere il più possibile, in un modo o in un altro.

RASSEGNA STAMPA
[…] In “Quando c’era Pippo” di Occhisulmondo, […] attraverso i ricordi
della sta ffetta partigiana Giulia Re (che con la sua vera voce di
antica so erenza so usa però sempre di grande speranza, accompagna
tutto lo spettacolo), lo spettatore viene direttamente proiettato in
uno scantinato nei primi anni quaranta del secolo scorso dove due
giovani si sono rifugiati. Solo una radio e una piccola finestra li
proietta nel mondo esterno dove la guerra civile incombe e un regime
autoritario ha interrotto i loro sogni di libertà. Giulia ed Emilio
narrano e vivono momenti di gioiosa condivisione tra la paura di un
presente pieno di incognite e un futuro intriso di speranze per un
mondo migliore. Spettacolo commovente ben recitato dove tutto funziona
a meraviglia per restituirci un mondo dove la speranza muoveva le
azioni di chi voleva bene al nostro povero paese. […]
(Mario Bianchi – Eolo)

NOTA DEL LAVORO
“Qualche anno fa ho chiesto a mia nonna di riscrivermi i suoi ricordi
di guerra; ricordi che per anni mi sono stati raccontati anche in modo
ironico. Ho voluto condividere queste memorie con la compagnia, con
l’idea di dare vita a un periodo storico italiano, la Resistenza,
vissuta in una città, Milano, da una famiglia semplice e popolana che
non ha mai chinato la testa sotto le bombe lanciate dal Republic P47
Thunderbolt detto Pippo, un piccolo aereo che passava nei cieli del
nord Italia nella fase finale della seconda guerra mondiale,
sganciando bombe e volando a bassa quota. Mia nonna, Giulia Re, mi ha
lasciato un diario, con le sue testimonianze di quel periodo, con le
sue paure e la sua voglia di ribellione.”
(Greta Oldoni – Occhisulmondo)

Programmazione evento
PROGRAMMAZIONE
TERMINATA