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Spider-Man: Un Nuovo Universo

di Bob Persichetti, Peter Ramsey, Rodney Rothman

Con Cast (voci originali): Hailee Steinfeld, Jake Johnson, Brian Tyree Henry, Shameik Moore, Liev Schreiber, Lily Tomlin, Mahershala Ali.

Titolo originale Spider-Man: Into the Spider-Verse. Animazione (colore). Durata 117 min. U.S.A. 2018 (Produzione: Sony Pictures Entertainment Distribuzione: Warner Bros. Entertainment Italia)

Spider-Man: Un Nuovo Universo

Le vicende del teenager Miles Morales e delle infinite possibilità dello Ragno-Verso, dove più di una persona può indossare la maschera. Una visione fresca di un nuovo Universo Spider-Man con uno stile visivo innovativo e unico nel suo genere.

La più grande sorpresa cinematografica dell’anno! Valutazione 5 stelle su cinque

di Luca Capaccioli

Nel corso degli anni, sia sul grande che sul piccolo schermo, si sono susseguiti una miriade di adattamenti su Spider-Man, il più celebre personaggio dell’Universo Marvel, creato dai compianti Stan Lee e Steve Ditko nel 1962. Tra film in live action e serie animate, quasi tutte produzioni di successo, non si può certo dire che il Tessiragnatele non abbia goduto di un ricco passato, oltre che una fetta di pubblico sempre maggiore nel tempo. Adesso è il turno di Spider-Man: Un Nuovo Universo che, come da titolo, ci proietta metaforicamente in quello che è senz’altro una concezione fresca e rivoluzionaria dei cinecomic, qualcosa di mai sperimentato prima. Il protagonista del lungometraggio in questione è Miles Morales (Shameik Moore), un ragazzo newyorkese afroamericano che vive sotto il tetto dei genitori Jefferson Davis (Brian Tyree Henry) e Rio Morales (Luna Lauren Velez). Un giorno, suo padre Jefferson, uno stimato agente di polizia, decide di iscrivere Miles a una scuola di prestigio, nonostante quest’ultimo non sia molto concorde per tale decisione, in quanto non si sente esattamente a proprio agio in un ambiente completamente diverso rispetto a quello a cui era abituato. Miles trova in suo zio Aaron (Mareshala Ali) una figura decisamente più vicina al suo modo di essere, dato che condividono la passione della street art: è questa la motivazione per la quale i due si dirigono in una zona segreta situata in un sotterraneo metropolitano, dove il giovane viene morso da un ragno radioattivo che gli dona abilità simili a quelle Spider-Man (Chris Pine), il suo idolo numero uno, al contrario di quanto sostiene il padre, che invece lo teme. Ben presto, Miles si ritrova ad avere a che fare con il il boss della malavita noto come Wilson Fisk/Kingpin (Liev Schreiber), in quale dispone di un acceleratore temporale che intende utilizzare per scopi personali, provocando la morte dello Spider-Man del loro mondo e l’ingresso involontario di altri cinque provenienti da universi alternativi: il Peter Parker (Jake Johnson) dell’universo classico Terra 616, una ragazza di nome Spider-Gwen (Haliee Steinfeld), una versione in bianco e nero proveniente dagli anni ’30 chiamata Spider-Man Noir (Nicolas Cage), il cartonesco Peter Porker/Spider-Ham (John Mulaney) e una bambina di nome Penny Parker (Kimiko Glenn) dai tratti giapponesi e appartenente ad un futuro alternativo. Insieme dovranno collaborare per fermare Kingpin e tornare ognuno al proprio universo d’origine.
È assolutamente riduttivo definire Spider-Man: Un Nuovo Universo un semplice film di animazione, nel senso che siamo di fronte ad un’opera in cui “il fumetto prende letteralmente vita”; vi sono i baloon che esprimono pensieri, un montaggio che talvolta ricorda le vignette tipiche del formato cartaceo, sequenze d’azione in cui ogni personaggio ragnesco è fedele al proprio stile (ad esempio, Spider-Ham ha sequenze che sembrano uscire da un cartone animato e Penny Parker assume la fisionomia tipica degli anime giapponesi in diverse scene) ed una dose smisurata di richiami ai fumetti originali e ad altre pellicole. Gli effetti speciali sono quanto di più strepitoso ed innovativo sia mai stato sviluppato, con tanto di spettacolari combattimenti ed esplosioni a non finire, soprattutto verso il terzo atto, e non sono ‘vincolati’ come accade nei film in live action, sicuramente più difficili da rendere credibili. Anche le ambientazioni presentano delle novità, con un’alternanza di sequenze che a volte rendono la pellicola più simile ad un fumetto, mentre altre volte sono abbastanza ‘cinematografiche’, a tal punto da spingere lo spettatore a domandarsi se si tratti di uno scenario disegnato o fotografato. Una menzione speciale per la colonna sonora, con tracce fondamentalmente hip-hop, che ben si sposano con il contesto socio-culturale ‘street’ in cui è ambientato la pellicola. Oltre al lato tecnico, quello che colpisce sono le tematiche trattate e le interazioni tra i personaggi principali, in particolar modo il rapporto mentore-allievo tra Miles e Peter. Il protagonista è solo un ragazzino inesperto che all’improvviso si ritrova dei poteri e viene coinvolto in una situazione molto più grande di lui, nonostante intenda fare la sua parte per porre un rimedio, motivo per cui sarà l’apprendista di uno stanco e demotivato Peter Parker, ormai privo di quella volontà ferrea che negli anni gli ha permesso di superare tantissime difficoltà con nemici di ogni genere. Sarà proprio con Miles che la più nota versione del Ragno dovrà di nuovo mettersi alla prova e fare i conti con le responsabilità che i poteri comportano, come recita l’intramontabile motto alla base della genesi del personaggio. Notevole la caratterizzazione degli altri Uomini Ragno, con personalità che contraddistinguono gli uni dagli altri, Spider-Ham su tutti, indubbiamente quello a cui vengono riservati alcuni dei tempi comici più riusciti del film. l’imponente Kingpin si rivela un villain riuscitissimo, spietato ed inquietante, ma pur sempre umano, in quanto ha delle motivazioni che permettono allo spettatore di comprendere il perché agisce in un certo modo. Ci sono anche altri avversari che vengono affrontati dal team ragnesco, ovvero Scorpion, Lady Octopus, Tombstone e Prowler (senza contare una breve ma intensa sequenza d’azione a inizio film in cui si vede Goblin) che, pur non brillando quasi tutti per la loro caratterizzazione, rappresentano sicuramente un valore aggiunto, specialmente nei combattimenti. Non manca il cameo di Stan Lee, il quale aveva fatto in tempo a girare le sue scene prima di spegnersi all’età di novantacinque anni, lasciando un enorme vuoto nei suoi fan di tutto il mondo che però possono gioire nel vedere a cosa hanno portato i frutti delle sue creazioni. Si può quindi dire che il genere gode ora di una nuova linfa, un innovativo modo di concepire gli adattamenti dei fumetti, grazie a questo lungometraggio ricco di sorprese e colpi di scena dall’inizio alla fine (scena post-titoli compresa) che manda inoltre un messaggio importante: non è necessario indossare una maschera per aiutare gli altri, è soltanto un atto di fede.
Programmazione film
PROGRAMMAZIONE
TERMINATA