Con Tania Pedini, Marta Guardincerri.
Titolo originale Tanja. Docufiction (colore). Durata 46 min. Italia 2003 (Studio 8mm)
“TANJA” di Gabriele Anastasio affronta il tema della sindrome bipolare partendo dall’esperienza di Tania Pedini, giovane affetta da questa malattia e interprete principale del film.
Al termine della proiezione, incontro con il Regista Gabriele Anastasio e l’Attrice Tania Pedini.
Traendo spunti da episodi realmente accaduti, vengono ripercorse le differenti fasi che caratterizzano il disturbo bipolare, alternate alle opinioni e ai racconti di chi con Tania ha realmente condiviso le sofferenze della malattia( sua madre, il suo psichiatra…).
Il film gioca sui rimandi continui tra finzione e realtà, ciò che è cinema e ciò che, purtroppo, cinema non è, tratteggiando i contorni di un personaggio innocentemente innamorato della vita, anche se costretto a vivere sotto il segno della “bipolare”.
Senza mai essere mostrata gratuitamente, la malattia diviene uno spettro presente per tutta la durata del film, fantasma con cui un individuo affetto da bipolare è costretto a convivere anche se, come vediamo nel finale, in alcuni casi è addomesticabile.
“TANJA” è una testimonianza indirizzata a tutti coloro che non sanno cosa sia un “bipolare” e una speranza per chi invece, ha dovuto inserire questa parola nel proprio vocabolario.
L’esperienza di “TANJA”.
Febbraio 2003. Tania Pedini, il giorno successivo alla discussione della sua tesi di laurea, decide di regalarsi l’iscrizione al “Laboratorio di cinema di Gabriele Anastasio”.
Quella per la recitazione è una passione non del tutto ancora emersa; il suo fine principale è la realizzazione di uno spot per far conoscere la malattia da cui è affetta: la Sindrome Bipolare…il materiale da cui attingere è talmente vasto che consente la realizzazione di un film: “TANJA”.
All’interno del laboratorio, pertanto, Tania si trova a rivivere per la seconda volta alcuni episodi della sua vita, a guardare con gli occhi di un attore la propria malattia; una terapia a base di cinema, catarsi freudiana?
Non siamo noi a dover giudicare anche se possiamo affermare che il risultato di quest’esperienza è un film intenso e crudo, a volte commovente ma totalmente distante dalla “solita retorica” che circonda le malattie mentali.