Con Michael Pitt, Louis Garrel, Eva Green, Robin Renucci, Anna Chancellor.
Titolo originale . Drammatico (colore). Durata 130 min. Italia, Gran Bretagna, Francia 2003 (Cineteca di Bologna)
Parigi 1968. Il giovane Matthew, appassionato di cinema, incontra, durante una manifestazione in difesa del direttore della Cinematheque, un fratello e una sorella gemelli (Theo e Isabelle) che, approfittando dell’assenza dei genitori lo fanno entrare a far parte della loro intimità in cui il cinema gioca un ruolo importante.
Bertolucci propone una sua lettura dei prodromi del maggio ’68 in cui la cinefilia e la liberazione sessuale invadono lo schermo.
Rivedere a distanza di molti anni questo film porta a considerazioni diverse rispetto all’epoca della sua uscita nelle sale. La sceneggiatura è scritta da Bertolucci insieme a Gilbert Adair che si rifà ad un suo romanzo del 1988 (“The Holy Innocents”).
Pensando alla data di pubblicazione del libro viene da pensare che Gaber (di cui certamente Bertolucci conosceva l’opera attento come era alle varie forme di espressione artistica) cantava già nel 1974 (quindi molto prima del libro di Adair) questi versi “Nelle case non c’è niente di buono/quando la porta si chiude dietro un uomo” per poi concludere che “C’è solo la strada su cui puoi contare/La strada è l’unica salvezza./C’è solo la voglia e il bisogno di uscire di esporsi nella strada e nella piazza./Perché il giudizio universale/non passa per le case./In casa non si sentono le trombe./In casa ti allontani dalla vita/dalla lotta, dal dolore,dalle bombe.”