Con Fabrice Luchini, Catherine Frot, Philippe Katerine, ARTUS, Camille Le Gall.
Titolo originale . Commedia (colore). Durata 89 min. Francia 2023 ( Teodora Film)
In una cittadina del Pais-de-Calais, estremo nord della Francia, il non più giovane sindaco conservatore Jean Leroy è pronto a ripresentarsi ai suoi elettori e a governare per il terzo mandato di fila. Una sorpresa inaspettata, però, mette a repentaglio la sua vita pubblica e privata: la moglie Edith, dopo anni di matrimonio e fedeltà, ha iniziato la transizione per diventare uomo. Incapace di accettare la decisione della moglie – che ha seppellito biancheria e vestiti femminili, indossa baffi finti e chiede di essere chiamata Eddy – Jean dovrà mettere in discussione idee e preconcetti e trovare il modo, tra la casa, la piazza e i luoghi del suo potere, di venire a patti con una nuova vita.
La tipica commedia francese “con Fabrice Luchini”, quasi un sottogenere del cinema popolare francese, insegue i tempi che corrono e prova a sondare la reazione al nuovo delle classi più abbienti e tradizionaliste.
Che la commedia, fra tutti i generi, sia quello più ricettivo all’aria dei tempi non è certo una novità. E che, ancora, sia anche il genere capace più di tutti di giocare con i ruoli e le identità sessuali, divertendosi spesso e volentieri a ribaltarne i rapporti di forza (è un po’ scontato citare Howard Hawks, ma in questi casi il cinema di Hawks dovrebbe funzionare da unico modello possibile), è forse ancora più scontato. Per cui un’operazione come Un uomo felice, che porta nel paesaggio della provincia francese temi come la transessualità e la disforia di genere mettendo in crisi la tipica figura maschio “alla Fabrice Luchini” (cioè arrogante e ottuso, ma in fondo buono e umanissimo), non suscita alcuna sorpresa o scandalo; al massimo funziona come semplice adattamento di mode culturali a modelli narrativi consolidati.