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Vado a scuola: Il grande giorno

di Pascal Plisson

Con Nidhi Jha, Albert Gonzalez Monteagudo, Delgermurun 'Deegii' Batjargal, Tom Ssekabira.

Titolo originale Le grand jour. Documentario (colore). Durata 86 min. Francia 2015 (Ladybirds Films, Pathé, Canal+ Distribuzione: Academy2)

Il grande giorno; i ragazzi sono sempre quattro, solo che Plisson ce li propone alle prese con un rito di passaggio...
Vado a scuola: Il grande giorno

Trama:
Dopo il grande successo di Vado a scuola, Pascal Plisson torna a raccontare i sogni e le speranze attraverso le storie dei quattro giovani protagonisti di Le grand jour, provenienti dai più disparati angoli del mondo. Per mesi, addirittura per anni, i quattro protagonisti del film, aspettano, si preparano e si preoccupano. Sanno che questo giorno speciale cambierà le loro vite per sempre. I nostri quattro eroi si preparano ad affrontare la prova che determinerà non solo il loro destino ma anche quello delle loro famiglie. Alla fine dopo tanto impegno, attenzione e perseveranza a scuola, sono arrivati alla consapevolezza che il sogno sta per avverarsi… Hanno fatto progressi nonostante le condizioni fossero spesso molto difficili, ma ora sono concentrati molto più di prima su un unico obiettivo, il successo.

 

Recensione:

Nel panorama del documentario per il grande pubblico il francese Pascal Plissonsi è ritagliato uno spazio importante, almeno in quanto a diffusione. Merito soprattutto del successo di Vado a scuola, che raccontava la storia di quattro bambini sparsi per il mondo alle prese con un rito quotidiano per il mondo occidentale banale, ma per loro improbo: arrivare la mattina da casa a scuola, spesso per chilometri ed a piedi. Non molto dissimile è lo spunto di partenza de Il grande giorno; i ragazzi sono sempre quattro, solo che Plisson ce li propone alle prese con un rito di passaggio cruciale per il loro futuro. Che sia un esame per inseguire per merito un’educazione di qualità che la loro classe sociale non garantirebbe, il provino per entrare nell’Accademia di boxe cubana verso il sogno di diventare campione olimpico, o l’audizione di una bambina ginnasta per entrare in una prestigiosa istituzione circense.

Come in Vado a scuola la scelta ricade su luoghi poco frequentati dal nostro sguardo occidentale, consentendo a Plisson di proseguire il suo costante viaggio in giro per il mondo alla ricerca di storie che lo appassionano. Il grande giornoconduce lo spettatore fra la Mongolia e l’Uganda, Cuba e l’India. Il regista francese, però, non è un documentarista alla ricerca della silenziosa ripresa della realtà. Non aspettatevi neanche interviste di parenti o amici, a parte gli ultimi cinque minuti. Ne Il grande giorno, ma anche nei suoi altri film, la messa in scena ha un ruolo importante, la regia si sente quasi in ogni inquadratura. Difficile, quindi, parlare propriamente di documentario, quanto piuttosto di un autore che si documenta per mesi sulle persone che lo interessano e finisce poi per costruire un copione, immaginiamo assai verosimile, da far interpretare. Quasi tutto è recitato; in questo modo si perde di spontaneità e l’immedesimazione dello spettatore ne soffre. Inoltre gli stilemi sono quelli densi di retorica pseudo pedagogica del più convenzionale cinema hollywoodiano dei buoni sentimenti.

Nessun antagonista, pochi ostacoli alla piena espressione di un percorso di crescita sociale, utile all’immedesimazione di un pubblico di ragazzi e bambini che sognano un futuro di cui siano unici artefici. Il pubblico dei genitori, insieme ai loro figli, è senz’altro ancora una volta il vero – e unico? – target di riferimento di un film come Il grande giorno.

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