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WILD NIGHTS WITH EMILY DICKINSON

di Madeleine Olnek

Con Molly Shannon, Susan Ziegler, Amy Seimetz, Brett Gelman, Jackie Monahan.

Titolo originale . (colore). Durata 87 min. USA 2018 ( Cineclub Internazionale)

WILD NIGHTS WITH EMILY DICKINSON

L’immagine di Emily Dickinson che nel corso dei decenni si è diffusa e cristallizzata, cioè quella di un’autrice prolifica ma chiusa in se stessa ed indifferente a qualsiasi relazione sentimentale viene proposta sotto una luce completamente diversa. Al centro c’è la relazione, durata negli anni con la, inizialmente amica, e poi addirittura cognata Susan.

Emily Dickinson diviene per la prima volta protagonista non di un biopic serioso e carico di dolente mestizia ma bensì di una commedia carica di brio e di irriverenza.

Ci voleva una donna nonché regista indipendente come Madeleine Olnek (qui al suo terzo lungometraggio che ha ottenuto una nomination agli Independent Spirit Awards 2020) per trovare il coraggio di proporre al grande pubblico un’icona della letteratura sotto una luce del tutto inattesa dai più. A procurarle la materia prima è stata un’indagine condotta nel 1998 dal New York Times che ha documentato come si fosse fatto uso di software per fare riemergere il nome di Susan in lettere scritte da Emily da cui poi lo stesso era stato cancellato. Queste rivelavano un rapporto che andava ben al di là dello stato di parentela acquisita.

Ecco allora prendere forma una sceneggiatura che ha dato vita a una commedia con qualche tono di dramma in cui non ci si sottrae anche a mettere in sottile ridicolo alcuni esponenti maschili del mondo letterario dell’epoca. Soprattutto però emerge un’immagine della Dickinson sin da giovane coinvolta nella relazione con una donna che poi le diventerà parente conservando però per lei un sentimento che travalica gli anni.

Tutto ciò viene presentato con una leggerezza non priva di arguta malizia che potrebbe avvicinare alla lettura delle opere della poetessa non solo chi è interessato a questo suo inedito versante omosessuale ma anche e soprattutto per la scoperta di un’anima gioiosa che gli stereotipi hanno radicato in tutt’altro modo nell’immaginario collettivo. Tutto questo poi senza indulgere ad immagini esplicite dei rapporti sessuali (le ‘wild nights’ vengono lasciate all’immaginazione) mantenendosi invece sul registro dell’allusione dando anche spazio a ripicche amorose.

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